interviste

Esperienze e riflessioni sul periodo di quarantena dovuta all’emergenza Covid-19

Parlano gli studenti del Liceo Linguistico di Trento

Era il 31 dicembre del 2019, presumibilmente un Capodanno come tanti altri, e tutti noi eravamo intenti a brindare spensieratamente in onore del venturo 2020, nella speranza che fosse portatore di prosperità. Nella nostra incapacità di prevedere il futuro, abbiamo volto lo sguardo al cielo stellato, lasciando che la nostra mente iniziasse ad intessere programmi, tanto rimarchevoli quanto ordinari, cercando di attribuire un senso ad altri dodici mesi della nostra esistenza. Nessuno, però, poteva sapere che il più grande evento dell’anno venturo stesse già incubando e che, a causa delle conseguenze catastrofiche che avrebbe provocato, sarebbe rimasto inciso profondamente nelle nostre esistenze. La nostra libertà è stata infatti pericolosamente minacciata da un subdolo e impercettibile despota, il quale, non trovando sul suo cammino alcun ostacolo, ci ha costretti a prostrarci dinanzi a lui in mancanza di armi adeguate per affrontarlo. In questo periodo di frustrante impotenza, gli studenti del nostro liceo non si sono fatti scoraggiare e il loro spirito ha caparbiamente seguitato ad ardere. Di seguito sono riportate alcune testimonianze e riflessioni su difficoltà affrontate e inaspettate scoperte.

Elisa Vulcan – “Come per tutti, l’emergenza ha stravolto la mia quotidianità. Naturalmente, il fatto di non potermi più recare a scuola e dover frequentare le lezioni da casa è stato il cambiamento più drastico. Per quasi tredici anni ho seguito la solita routine, poi, tutto a un tratto, non ci sono più stati autobus da prendere, vicini di banco con cui scherzare o file alle macchinette da fare. Un altro aspetto che ha molto influenzato la mia vita, è stata l’impossibilità di condividere le giornate con i miei amici. Chiaramente, le videochiamate possono aiutare, tuttavia, trovarsi faccia a faccia a raccontarsi e condividere i propri pensieri e le proprie storie è completamente un’altra cosa. Personalmente, stare a casa non mi è mai pesato, non sono mai stata il tipo di persona attratta dalle escursioni fuori porta. Anche durante la quarantena ho vissuto con serenità la mia quotidianità entro queste quattro mura. Guardando indietro, posso dire che durante i primi mesi di “isolamento” mi sono mancate le piccole cose, il pranzo a casa della nonna, il tragitto verso scuola con gli amici di sempre, le risate a ricreazione, i caffè con le amiche. Azioni che sembravano scontate, naturali, ma che, purtroppo, si sono trasformate in ricordi. Vivere questo periodo è stata una sfida. Ho sempre tenuto immensamente alla mia libertà e vedersela portare via non è stato semplice, nonostante sia consapevole che è stato necessario per il bene comune. Ho avuto l’opportunità di riflettere molto e ho capito quanto sia importante godersi ogni attimo della vita, perché potrebbe andarsene per sempre. Ho vissuto il mio ultimo giorno di scuola di sempre senza nemmeno rendermene conto, quando per anni avevo desiderato il suo arrivo. Tentare di affrettare i processi non serve a nulla, ogni momento ha il suo valore e merita di essere vissuto a pieno”.

Tatiana Bosnic – “Dall’inizio dell’emergenza la mia vita è cambiata molto, ma la cosa che più mi è mancata durante questo periodo è stato il non poter vedere gran parte della famiglia. Inoltre, prima della quarantena aiutavo ogni settimana dei bambini e ragazzi a fare i compiti e, purtroppo, ho dovuto rinunciare anche a quello. Ero abituata a vedere quasi tutti i giorni le mie amiche, per fare una camminata e due chiacchiere; quando mi è stata tolta la possibilità di fare ciò, mi è dispiaciuto moltissimo, poiché mi sentivo privata di un pezzo importante della mia routine. Tuttavia, vi è anche un lato positivo. Nonostante mi manchi andare fisicamente a scuola, sono contenta di non dovermi più alzare tutti i giorni alle 5:50 del mattino. Per concludere, grazie a questa situazione ho scoperto nuove doti di me stessa come, ad esempio, la cucina; ma ho anche compreso l’importanza delle parole “libertà” e “responsabilità”. Nessuno sa come sarà il futuro, però è importante che ora tutti facciano la loro parte comportandosi responsabilmente, in modo tale da non rischiare di essere privati nuovamente di una parte della nostra libertà”.

Arianna Grisenti – “Inizialmente è stato difficile accettare il radicale cambiamento che ha subito la mia quotidianità, eppure, con il passare del tempo, sono riuscita ad accettarlo, al pari di chiunque altro. In effetti, la quarantena ha rappresentato un’occasione per mettere da parte determinate abitudini e certezze, svelando la bellezza nascosta in parti di noi nelle quali mai ci saremmo avventurati di nostra spontanea volontà. Ad esempio, se in precedenza consideravo piacevole ritagliarmi dei momenti da spartire in compagnia delle mie amiche, ora ritengo di riuscire a sentire il fascino anche di aspetti che, a prima vista, parrebbero privi di valore, come la visione di un film particolarmente intrigante in televisione o la possibilità di dormire un’ora in più a causa dello spostamento di una videolezione. Come se non bastasse, ho imparato a studiare in presenza dei miei genitori i quali, in circostanze normali, erano sempre fuori casa per lavoro. In quanto ai miei familiari, ho avuto modo di approfondire il legame che già ci univa, visto che abbiamo potuto trascorrere molto più tempo assieme. In conclusione, l’essere umano è noto per la sua capacità di adattarsi anche alla condizione più estrema ma, nonostante ciò, resta pur sempre un animale sociale e sono certa che tutti, anche le personalità più solitarie, in questo periodo abbiano compreso l’importanza del contatto umano”.

Chiara Raffaele – “A causa dell’emergenza sanitaria, la nostra vita è stata completamente stravolta. Tanto per cominciare, dall’andare a scuola e seguire le lezioni siamo improvvisamente passati ad apprendere attraverso uno schermo, rinchiusi tra le anguste mura domestiche. Prima si poteva uscire liberamente e quando se ne aveva voglia, ora, invece, ci è concesso lasciare la nostra abitazione solo ed esclusivamente per rimediare beni di prima necessità. Personalmente, mi manca la normalità: poter abbracciare le persone, vedere i miei amici e le persone a me care, o anche solo dilettarmi in una semplice passeggiata volta a schiarirmi le idee. Perché, ad essere sincera, mi sono stancata di vedere la gente soltanto dietro ad uno schermo. Tuttavia devo dire che, in questi mesi, ho appreso la reale importanza delle piccole cose: se prima tendevo a chiudermi in me stessa, rinunciando ad esternare il mio affetto, adesso ho compreso quanto sia essenziale riuscire a esprimere le proprie emozioni. In sintesi, ho finalmente realizzato la rilevanza della quotidianità, per quanto a volte essa possa risultare stancante. Inoltre, ho notato di aver acquisito l’abilità di guardare da un punto di vista differente le cose che prima non mi aggradavano affatto. In fin dei conti, forse è vero quanto si dice, ossia che è solo quando non siamo più in possesso di qualcosa, che ne intendiamo realmente l’importanza”.

Chiara Vedelago – “Nella mia vita, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, ciò che maggiormente è cambiato è stato l’approccio con le altre persone. Il rapporto con amici, parenti e soprattutto con la mia famiglia. Sfortunatamente, per un periodo ho vissuto l’emergenza in maniera ancora più opprimente, in quanto ho vissuto il virus da vicino, nella mia famiglia, si può dire in prima persona. Credo che vivere una situazione del genere in famiglia sia qualcosa che separa ma che allo stesso tempo rafforza i legami. Ho capito chi davvero mi vuole bene, chi in un brutto momento si è interessato di come stavo e mi ha dato forza, anche solo con un semplice messaggio o con una chiamata, cose apparentemente banali che però in quel momento significavano molto. Ciò che mi mancava maggiormente è la mia routine, sono una persona molto attiva e non mi piace stare ferma. Un’altra cosa che forse mi è mancata ancora di più sono gli amici: prima dell’emergenza ero abituata a vederli giornalmente. Secondo me le amicizie aiutano a staccare da brutti momenti in famiglia, che in questo momento più che mai possono capitare. Ho realizzato di poter fare a meno di abitudini che prima ritenevo indispensabili, come per esempio andare in palestra: con poche cose è stato possibile replicarlo a casa.
Per quanto riguarda me stessa, ho scoperto di saper gestire situazioni molto complicate, dalle quali non avrei mai pensato di farcela a uscire. Ho avuto una conferma sul mio carattere forte, che, in un bruttissimo momento vissuto durante la quarantena all’interno della mia famiglia, mi ha aiutato a non cedere e a sperare in bene, andando avanti senza farmi vincere dall’l’ansia”.

Asia Karol Collini – “Il principale cambiamento avvenuto durante questa esperienza non troppo piacevole, è sicuramente la repentina assenza di contatti umani. Infatti, per quanto mi riguarda, ho sentito molto la mancanza dei miei amici, con i quali coltivavo un rapporto gradevole e costante.Per di più, non è concesso andare a scuola, e le videolezioni talvolta si rivelano difficili da seguire. Infatti, portando gli occhiali, posso affermare che una sproporzionata quantità di ore trascorse davanti ad uno schermo può nuocere alla vista, seppur in maniera superficiale. Oltre a ciò ho realizzato che, a scuola, ritagliarsi dei momenti per scambiare due parole con i membri di altre classi era in grado di rallegrarmi la giornata mentre ora, durante lo svolgimento della didattica a distanza, non è più possibile. Pertanto, ho imparato a cogliere ogni occasione al volo e ad accontentarmi di ciò che già possiedo. Di conseguenza, in futuro sono determinata a dedicarmi alle mie passioni prima che svanisca la possibilità di farlo. Perché, come ci ha dimostrato l’emergenza sanitaria, tale eventualità può concretizzarsi da un attimo all’altro”.

In conclusione, è innegabile che la pandemia sia stata cagione di sconforto, dolore e disperazione a livello mondiale. Tuttavia la qualità più ammirevole dell’essere umano è la resilienza, con la quale è in grado di fronteggiare anche la più catastrofica delle crisi, riuscendo a rialzarsi e a fare delle sue cicatrici un proprio punto di forza.

Anna Tramarini