dal mondo

La mia vita in malga

Il lavoro estivo può essere, per chi ancora studia, un’esperienza formativa sotto diversi aspetti. Può essere inoltre il primo passo in direzione dell’indipendenza economica, dell’autonomia nelle decisioni, dell’oculata gestione del proprio tempo e delle proprie risorse.

Il mondo del lavoro è alle porte: tra poco arriverà il momento in cui ognuno di noi dovrà decidere quale sarà la strada che vuole prendere nella vita. È importante arrivarvi preparati, così da saper prendere le decisioni giuste per noi: iniziare fin da adesso a fare esperienza nel mondo del lavoro ne è la chiave. Gli studenti del triennio sono invitati a intraprendere uno o più progetti nel mondo del lavoro, sostenuti dall’istituto mediante l’Alternanza Scuola Lavoro; purtroppo, a causa dell’emergenza dovuta al contagio da Coronavirus, quest’estate non ci è stato permesso avviare progetti legati alla A.S.L.; tuttavia nessuno ci ha impedito di trovare un breve lavoro per l’estate. Voglio portare come esempio l’esperienza che sto vivendo attualmente; spiegherò perché la ritengo importante e vedremo come un lavoro, se pur breve, può cambiare il punto di vista di una persona.

Inizierò descrivendo una tipica giornata di lavoro in malga, quantunque di “giornate tipiche” ce ne siano ben poche, considerati i frequenti imprevisti. La sveglia è sempre molto presto, tra le 5.30 e le 6 scendiamo a fare colazione, questa a base di un buon caffè, pane e Nutella; a volte siamo così fortunati che in dispensa è rimasto un pezzo di strudel o di torta. La colazione è un momento speciale, segna l’ inizio di una nuova giornata e dà la forza di affrontare tutte le sfide ci aspettano. Accendere il fuoco, mettere la moka sui fornelli scaldati dalla fiamma che ci conforta nel freddo mattutino della montagna, scambiarsi energetici “Buondì” tra compagni sono alcuni piccoli, ma intensi gesti che rendono speciale ogni mattina. Iniziamo i lavori mungendo la mucca Rossli e le due capre Flecchi e Heidi. Poi si apre la stalla dove dormono le manze e le si fa uscire per il pascolo del mattino, nei dintorni della malga. Preferiamo che rimangano nelle vicinanze perché sono le più piccole, hanno al massimo un anno e non hanno mai trascorso un’ estate in malga: sono le più delicate fisicamente e le meno esperte. Il terzo lavoro della routine mattutina è quello di occuparsi del pollaio, dando cibo e acqua a galline, tacchini e conigli. Poi, con i badili e con l’acqua, si pulisce tutta la stalla, sia la parte delle manze che quella delle capre e la zona mungitura: queste pulizie occupano gran parte delle ore mattutine. Verso le 10, terminate queste mansioni, mentre uno di noi è già partito per il recinto delle manze più adulte, che vanno contate e controllate, altri si occupano dei recinti delle manze più giovani. Il tempo passa molto velocemente, tanto che, appena si finiscono i lavori, è già ora di accedere il fuoco per il pranzo. Se tutto va per il verso giusto, fino alle 14.30 possiamo riposarci. Il pomeriggio non ha una routine prestabilita, ogni giorno c’è qualcosa di diverso da fare: controllare gli animali che pascolano all’esterno dei recinti, controllare che la corrente arrivi a tutto il perimetro recintato, pulire la strada che sale alla malga da sassi e cumuli di terra, tagliare la legna per il fuoco, pulire i formaggi. Verso le 6 di sera gli animali tornano tutti in stalla. Sanno bene che è ora di cena: mangime biologico per tutti! Nel frattempo uno di noi si occupa della mungitura serale e un altro accende il fuoco per la cena. La giornata non finisce con il dopocena: c’è ancora da fare il formaggio, che cuoce per circa due ore.

Lavorare in malga non è solo fatica nell’accudire gli animali, è anche lavorare fianco a fianco con altre persone, con le quali devi anche vivere; per questo è necessario, forse ancor più che manifestare determinate abilità, che la sintonia tra colleghi sia ottimale. In ogni ambiente lavorativo è importante creare buoni legami tra le persone, cercare di andare sempre d’accordo e portare rispetto verso tutti indipendentemente dal rapporto amichevole (o non amichevole) che si può instaurare col tempo. Della situazione che sto vivendo sento di dover dire che il legame tra compagni di malga è qualcosa di magico, è talmente speciale che a volte la sola presenza occasionale di ospiti sembra far cessare la magia, sembra farci tornare a essere colleghi e nulla di più. Al momento, date le circostanze, i compagni di malga sono la mia famiglia, la loro importanza è ineguagliabile. Ci fidiamo l’uno dell’altro, parliamo di qualsiasi cosa senza aver paura del giudizio altrui, si rispetta il punto di vista di tutti. Non avendo mai lavorato in altri settori, non ho termini di confronto per quanto riguarda il rapporto tra colleghi, però ho imparato l’importanza di stare bene insieme e di avere un’armonia tale che non si sente il bisogno di arrabbiarsi per ogni piccola cosa o di giudicare come uno ha svolto i propri compiti. Sto scoprendo in prima persona l’importanza di lavorare in un ambiente nel quale ci sente a proprio agio. Quando si è in pace con se stessi e con gli altri lavorare diventa un vero piacere e la fatica quasi non si sente. Per questo è importante saper scegliere bene la strada che si vuole percorrere nella vita e, se per caso ci si rende conto di non essere su quella che può renderci felici, bisogna aver il coraggio di fermarsi e capire quello che ci occorre per stare bene e sentirsi completi. Io, in malga, mi sento completa, per ora. La fatica viene ricompensata dalla soddisfazione. Questo è quello che mi piace di questo ambiente, l’essere orgogliosi di se stessi quando alla fine della giornata si vede il risultato. Per me la fatica si accompagna alla necessità di fare qualche sacrificio. Ho faticato a staccarmi dalla comoda routine della quarantena, ho provato disagio a non avere l’accesso a internet e alle reti sociali 24 ore su 24, ho dovuto imparare a fidarmi dei miei colleghi fin dal primo istante. Ho sacrificato parte di ciò che per me era la normalità, ho voluto farlo perché sapevo che ne sarebbe valsa la pena. È proprio la fatica fisica che rende speciale il lavoro in malga, lavorando ogni giorno si cresce, si imparano la pazienza e la costanza, si capisce il significato dell’espressione “lavorare per vivere”, mentre la nostra società e il tempo che stiamo vivendo ci spingono piuttosto a fare il contrario, a “vivere per lavorare”.

Concluderei dicendo che un lavoro, specialmente il primo, cambia il carattere e il punto di vista delle persone. Il progetto “Alternanza Scuola Lavoro” è una grande opportunità per gli studenti di oggi, se fatto bene. Può insegnare il comportamento che si addice a un luogo lavorativo, dove spesso i rapporti tra le persone sono esclusivamente professionali, può insegnare il valore della costanza, che nel lavoro è una dote necessaria: non si possono prendere permessi solo perché manca la voglia. Il lavoro ci insegna a rimanere concentrati, sappiamo che non si può usare il cellulare per vedere cosa postano i nostri coetanei, sia durante le lezioni sia sul lavoro. All’inizio sarà senz’altro difficile abituarsi a nuove regole e abitudini, ma si può ottenere un grande risultato con la buona volontà e la determinazione. Imparare a lavorare è un importantissima tappa nella crescita personale, un passaggio che ognuno di noi dovrà affrontare. Imparare a lavorare cambia un giovane, lo aiuta a maturare e a entrare nel futuro tanto desiderato e tanto temuto. È proprio vero che non smettiamo mai di imparare, perciò, cari studenti, non abbiate paura della fatica e affrontate le esperienze proposte a testa alta, sapendo che saranno proprio queste ad insegnarvi qualcosa e a farvi maturare.

Testo e fotografie di Giulia Obrist