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Le atlete cavie della Germania dell’Est

Anni 1970-1990: per un intero ventennio le tedesche della DDR furono le grandi protagoniste di ogni disciplina riguardante l’atletica leggera. Dopo la caduta del Muro di Berlino, nel 1989, si scoprirà però che queste atlete erano tenute sotto controllo dallo Stato, e sottoposte – a loro insaputa – da trattamenti medici.

Già nel 1986 un lancio del peso di Heidi Krieger che era risultato un po’ sospetto ai giudici dell’epoca: un lancio di ben 21,10 metri!

Heidi Krieger (nella foto in alto) era infatti imbottita di sostanze dopanti come l’ Oral Turinabol, uno steroide che le altera i tratti somatici a tal punto da diventare quasi maschili. Con in corpo un tasso d’ormoni di 17 a 1, (Ben Johnson, velocista canadese di origine giamaicana, aveva un rapporto di 10 a 1), Heidi, oltre ad ottenere la squalifica, fu anche vittima di una crisi d’identità e di un tentativo di suicidio.

La sua medaglia d’oro e quella di altre atlete per la DDR erano solo uno strumento di propaganda ad uso del partito comunista. Infatti la Germania dell’Est rappresentava allora una delle tre potenze, nello sport femminile, a livello mondiale con l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti.

A farne le spese, le donne, che furono usate come delle cavie da laboratorio.

Purtroppo però, non ricordiamo soltanto le atlete dell’atletica leggera ma anche alcune nuotatrici come Cornelia Hender, Kathleen Nord, Kristin Otto e molte altre, anche loro trovate dopate fino al midollo, con sostanze che –addirittura- non venivano precedentemente testate sugli animali.

Le conseguenze? Molte, e gravi.

Tumori al seno, infertilità, depressione, disfunzioni di ogni genere ma soprattutto tanti cadaveri sulla coscienza. Qualcuno disse che avevano più testosterone loro che un’intera squadra di calcio.

Manfred Ewald, ex ministro dello sport e presidente del Comitato Olimpico della DDR, fu condannato a 22 mesi nel 2000 per aver imposto il doping.

Alla vicenda del doping, si aggiunge inoltre che queste atlete erano spiate 24 ore su 24 e 7 giorni su 7: le spie ascoltavano e misuravano addirittura le prestazioni sessuali delle ragazze. Un’atleta ‘Kati’, vuoterà il sacco e mostrerà a tutti le 3mila pagine di dossier che la polizia tedesca aveva riempito della sua vita, che era ancora una bambina.

Un altro scandalo sportivo, fu quello di Olga Kovalenko, campionessa olimpica della ginnastica. Grazie all’indagine, svolta da una tv privata tedesca, sullo sconosciuto mondo dello sport sovietico negli anni di regime, è emersa la testimonianza dell’ex campionessa. Olga racconta e denuncia l’ uso della gravidanza come mezzo per far produrre al fisico femminile più ormoni maschili e di conseguenza sviluppare più forza.

E’ stata dunque costretta a fare l’ amore con il suo fidanzato per poi abortire dopo dieci settimane, altrimenti non avrebbe potuto partecipare ai Giochi. Era una pratica piuttosto diffusa nella Germania dell’est, ed erano proprio i medici a spiegare loro i vantaggi di tale operazione. Una pratica a cui non ci si poteva opporre, la pena consisteva nell’ esclusione dalla nazionale.

Bild, un settimanale tedesco, riporta il commento di un ex funzionario sovietico, intervistato dalla emittente televisiva. Egli ammette senza imbarazzo che Olga è stata fortunata, perché ha potuto compiere l’ operazione gravidanza con il proprio fidanzato. Altre ginnaste, anche di soli quindici anni, furono costrette a concepire bambini con i rispettivi allenatori, per poi interrompere la gravidanza.

L’ uso-doping della gonadotropina corionica umana, l’ormone prodotto dal fisico femminile in stato di gravidanza, che stimola la produzione di testosterone e interviene pesantemente nello sviluppo della forza, è purtroppo utilizzato anche ai nostri giorni. L’ anno scorso, un ciclista della rosa azzurra, alla vigilia della partenza per i mondiali della strada ad Oslo, fu trovato positivo a questa sostanza ed evitò la squalifica grazie al solito cavillo formale: il metodo di accertamento non era riconosciuto.

Una nuova tecnica efficace e riconosciuta per individuare la gonadotropina è stata messo a punto di recente proprio dai laboratori del Coni di Roma, ed è stata adottato ufficialmente anche dal Comitato Olimpico.

Anna Fichera e Sofia Duchi 3g