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Paola, la bidella gentile – “ma non rigate i banchi e non mangiate in classe, altrimenti mi arrabbio!”

Con alcuni di noi chiacchiera spesso: di solito a ricreazione, ma anche quando usciamo per andare in bagno. Se ci richiama, lo fa con delicatezza. Sicuramente ci vuole bene, ed anche noi apprezziamo la sua compagnia ed i regali che ogni tanto ci porta, come gli ovetti di cioccolato a Pasqua. Ha un ricciolo viola che insieme a qualche tatuaggio le dà un’aria più giovanile. Sarebbe curioso sapere come veste di solito, ma noi la conosciamo soltanto con il suo vestito d’ordinanza: una casacca a quadretti bianchi e blu. È una donna vivace, gentile e sempre disponibile. Il suo nome è Paola.

Abbiamo voluto sapere qualcosa in più su di lei.

Paola, come ha iniziato a lavorare come assistente ata?

Ho sempre desiderato lavorare nell’ambito pubblico, stando a contatto con la gente. Dopo aver studiato tipografia per tre anni alle scuole superiori, ho lasciato gli studi per iniziare a lavorare come commessa in un negozio di biancheria intima”.

E poi?

Qualche anno dopo ho avuto una bambina e per 12 anni sono rimasta a casa per prendermi cura di lei. Dopodiché, nel 1992, ho fatto domanda per poter lavorare come bidella nella scuola primaria F. Crispi”.

In quali altre scuole ha lavorato?

Oltre che alle Crispi, ho lavorato per 10 anni in un asilo nido, poi alla scuola materna. Sebbene i bambini mi siano sempre piaciuti tanto, nel 2012 ho chiesto di essere trasferita al Da Vinci insieme ad una mia collega, per cambiare ambiente. Avendo lavorato nell’indirizzo del linguistico, con la nascita del Sophie Scholl sono venuta a lavorare qui”.

È rimasta in contatto con studenti o insegnanti delle scuole in cui ha lavorato in passato?

Sì, soprattutto con ragazzi che ho incontrato alle elementari e che talora ritrovo qui al linguistico”.

Che effetto le fa?

Devo ammettere che mi fa molta impressione vedere quanto velocemente sia passato il tempo e come i ragazzi siano cambiati crescendo…”.

Quali sono le sue funzioni in quanto assistente ata all’interno della scuola?

Mi occupo dell’accoglienza e rispondo al centralino; faccio le pulizie nei corridoi, nella aule e nei bagni e resto per qualsiasi cosa a disposizione di studenti e docenti”.

Qual è l’aspetto che più le piace del suo lavoro e quale quello che le piace meno?

Ciò che mi piace di più è senza dubbio poter stare a contatto con i ragazzi, chiacchierare e scherzare con loro, ma mi annoio ed innervosisco quando devo ripetere loro le regole della scuola, come “non mangiare in classe” e “non rigare i banchi”: regole che avrebbero dovuto apprendere già ai tempi delle scuole elementari”.

Secondo lei, quali sono le regole che dovrebbero essere rispettate con rigore dagli studenti?

Direi il rispetto della raccolta differenziata e del materiale scolastico, specialmente quello fornito dalla scuola”.

Come preferisce che ci si rivolga a lei?

Bidella, assistente ata, collaboratrice scolastica, Paola: per me non fa differenza. In generale mi piace quando gli studenti si rivolgono a me in tono confidenziale, chiamandomi col mio nome e dandomi del tu. Per me l’importante non è sentirmi dare del lei, ma sentirmi rispettata. Per portare rispetto è sufficiente salutare alla mattina e trattare gli altri con gentilezza”.

Ilaria Fauri Taddei