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Scandaloso? Mai quanto il Watergate! Come due giornalisti hanno abbattuto un presidente Usa

Watergate. Una parola. Nove lettere. Tanti, forse troppi problemi.

Ma per chi? Cosa è successo veramente? Quali tracce ha lasciato questo scandalo? È questo che vogliamo scoprire, analizzando nei particolari quanto successo nell’anno 1972 negli Stati Uniti.

Iniziamo col cercare il perché questo scandalo si chiama proprio Watergate: prese il nome dall’edificio Watergate Complex di Washington, nel quale si diede il via a tutta la storia. Infatti furono effettuate proprio lì, nel cosiddetto quartier generale della campagna elettorale del Comitato Nazionale Democratico, le intercettazioni illegali compiute da cinque uomini del Partito Repubblicano, l’avversario principale dei democratici statunitensi.

Nella notte del 17 giugno 1972 cinque repubblicani (Bernard Barker, Virgilio Gonzalez, Eugenio Martinez, James McCord Jr., Frank Sturgis: questi i loro nomi) si introdussero all’interno dell’Hotel Watergate, non per la prima volta. Infatti, proprio qualche settimana prima, erano riusciti ad entrare nell’edificio, senza essere scoperti, ed avevano piazzato alcune microspie telefoniche. Il loro secondo intervento serviva per riparare alcune di queste, dal momento che non funzionavano più e, secondo alcuni, per scattare anche qualche fotografia. Purtroppo per loro, però, vennero scoperti e arrestati. Il più famoso scandalo politico americano cominciò proprio così.

Lo scandalo Watergate, detto semplicemente il Watergate, durò due anni, contando tutti gli eventi che centravano con gli affari del Presidente Richard Nixon, per consolidare il suo potere e per indebolire, invece, l’opposizione politica dei democratici. Infatti era tutto un piano costituito da intercettazioni e spionaggio, ma anche sabotaggio, creato dagli uomini di Nixon per fare in modo che la sua rielezione fosse più facile e per azzerare la concorrenza.

Ma, tornando al corso della storia, si arrivò a pensare che ci potesse essere un rapporto tra gli scassinatori dell’Hotel Watergate e qualcuno di vicino al Presidente grazie ad alcuni errori che questi commisero, facendo poca attenzione agli indizi che lasciarono, involontariamente, alla polizia. Tutto questo accadde, però, in un momento difficile per la storia americana: c’era da molti anni negli Stati Uniti una crisi politico-sociale, soprattutto a seguito della guerra del Vietnam. Nonostante questo, molti americani pensarono che tutto questo scandalo non avesse molto fondo di verità. Pensavano infatti: quale Presidente, con un vantaggio considerevole nei sondaggi, rischia la vittoria e agisce senza riflettere e senza valutare adeguatamente la situazione, facendosi coinvolgere in un affare così pericoloso? È una domanda che anche noi potremmo ragionevolmente porci, se ci trovassimo nella stessa situazione del tempo.

Forse vi starete chiedendo cosa successe in seguito: due reporter del quotidiano statunitense The Washington Post, Bob Woodward e Carl Bernstein, cominciarono ad indagare sulla questione, impendendo che la notizia “cadesse” nel dimenticatoio e che l’attenzione pubblica, piano piano, calasse. Le loro fonti erano molto spesso interne al governo, ma una su tutte fu la più celebre: il suo nome in codice era “Gola profonda” e fu una fonte segreta di altissimo livello, rimasta all’inizio con identità segreta ed in seguito identificata con Mark Felt.

Ma chi era veramente Mark Felt? Quest’uomo era un funzionario statunitense e un agente dell’FBI, rimasto tale fino al 1973. È stato dunque uno dei più famosi agenti segreti della storia americana. Per anni volle tenere nascosta la sua identità, anche se alcune persone a Washington avevano già qualche sospetto: solo nel 2005, dopo 30 anni di silenzio e sotto continua richiesta della figlia, Felt decise di rivelare che “Gola profonda”, l’informatore anonimo nello scandalo Watergate, era proprio lui.

L’inchiesta giornalistica dei due reporter portò la concentrazione dei cittadini americani a spostarsi, rapidamente, da personaggi poco rilevanti a Nixon e ai suoi uomini, e di conseguenza al loro piano per mantenere il potere. Nixon arrivò perfino a cercare di pianificare uno stratagemma per fermare queste indagini, che lo mettevano in cattiva luce proprio durante il periodo elettorale.

Le accuse furono anche sostenute dai Pentagon Papers, i Documenti del Pentagono, documenti top-secret del Dipartimento della Difesa riguardanti le strategie e il coinvolgimento dell’America nella guerra del Vietnam ed in altri conflitti.

Il Watergate è diventato un mito, forse così grande da dover essere ridimensionato. Non fu solo questo scandalo a cambiare il modo di fare giornalismo in America a quel tempo: già a partire dagli anni ‘60 la cultura della redazione aveva cominciato a svilupparsi più ampiamente senza essere necessariamente modificata solo da un fatto accaduto o da una moda temporanea.

Certo, il Watergate portò all’accusa e al successivo arresto di importanti personalità del partito repubblicano e fece dimettere nientemeno che il Presidente degli Stati Uniti d’America Richard Nixon dal suo incarico! Conferì, in questo modo, ancora più importanza al cosiddetto Quarto Potere e generò il mito del giornalista d’inchiesta, che non si ferma davanti a nulla, e che, per arrivare alla verità, è costretto a scontrarsi anche con i massimi poteri politici.

Questo scandalo fu uno dei più grandi della storia politica americana e possiamo vederne sue tracce nel linguaggio del giornalismo attuale: il suffisso -gate sta ad indicare ancora oggi proprio “scandalo”. Ispirandosi al Watergate, nel 1995 si diede il nome Sexgate a quello politico-sessuale riguardante il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton; recentemente si sente parlare del Russiagate, un’indagine sui presunti rapporti tra l’attuale Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la Russia durante le scorse elezioni presidenziali americane.

Il Watergate ebbe grande impatto anche sul mondo editoriale: ci sono infatti molti libri riguardanti lo scalpore causato dalle indagini dei due reporter, come ad esempio Tutti gli uomini del presidente, con autori proprio Bob Woodward e Carl Bernstein e Il caso Watergate. Nel mondo cinematografico tra i più celebri film sono presenti Tutti gli uomini del presidente, ispirato all’omonimo libro, Forrest Gump e Mark Felt: The Man Who Brought Down The White House.

Questa inchiesta giornalistica così avvincente e spettacolare segnò dunque una svolta epocale nel giornalismo, sia americano sia del mondo intero.

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