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Palermo è anche arte e bellezza: “Impariamo a leggere le opere d’arte”

Francesca Cornella è una ragazza di quinta, partecipa alle riunioni di redazione del giornalino ed ama particolarmente l’arte. Il viaggio di istruzione in Sicilia è stato per lei l’occasione per incontrare una regione ricca di storia e di cultura. Le abbiamo fatto qualche domanda in proposito.

Francesca, sei stata in gita scolastica a Palermo. Cosa ti ha colpito?

“Tante cose. Senza dubbio mi ha molto impressionato il Duomo di Monreale. Con i suoi 6.400 m² di mosaici è una delle più splendide cattedrali di cui ci possiamo vantare noi italiani. Costruita a partire circa dal 1170, si concluse nel 1267 ed è oggi patrimonio mondiale dell’UNESCO. La costruzione della cattedrale si deve ad una sorta di sfida fra l’allora re di Sicilia e il suo prefetto. Re Guglielmo II, infatti, salì al trono alla tenera età di 13 anni e fu quindi affiancato inizialmente da un precettore, l’inglese Walter of the Mill. Quando il giovane re cominciò a crescere sentì la perenne presenza di Gualtiero Offamilio (nome italianizzato) come un peso. Per affermare il suo prestigio il re ordinò la costruzione del duomo di Monreale. Dopo soli 10 anni di lavori la cattedrale era conclusa e venne successivamente assegnata ai monaci benedettini. Il Papa fu largamente riconoscente a Guglielmo per aver fatto costruire la chiesa in quanto era necessario, in quegli anni, contrastare la diffusione della religione musulmana”.

Quali le caratteristiche del Duomo?

“Esso è situato nella piazza centrale del paese, e si presenta con un sontuoso bassorilievo in bronzo sul portone centrale della cattedrale. Non appena entrati ci si rende conto che la pianta dell’edificio è visibilmente basilicale, dotata di tre navate suddivise da nove colonne per lato (tutte “riciclate” ossia riprese da vecchi templi greci della zona, ad eccezione di una soltanto, di marmo cipollino rosso). La cattedrale è costruita secondo precisi canoni teologici: l’ingresso, infatti, è situato ad Ovest, mentre l’altare e i tre absidi (rispettivi delle navate) sono volti ad Est, verso il “Sole che sorge” (immagine di Cristo, nato in Palestina, cioè in Oriente). La navata centrale è tre volte più larga delle due laterali e si prolunga nel transetto secondo precise regole simmetriche, tipiche delle Basiliche paleocristiane. L’accurata disposizione degli elementi architettonici, ma soprattutto l’ampiezza della navata centrale, orienta il fedele verso l’abside maggiore in cui risiede la figura fondamentale dell’edificio: il Cristo Pantocratore”.

E’ un grande mosaico…

“Sì, in generale la basilica è ricca di vastissimi mosaici ricoperti da foglie dorate. Monreale vanta la decorazione musiva più ampia ed accurata di tutta Italia. E’ importante sottolineare come i mosaici ci riescano a guidare perfettamente nel percorso compiuto dall’ Antico al Nuovo Testamento: scorgiamo la creazione di Adamo ed Eva, la torre di Babele e l’Arca di Noè, la venuta di Cristo, i suoi miracoli, fino ad arrivare alla sua morte e alla resurrezione. Ciò che più ci interessa, però, è il significato profondo della figura del Cristo Pantocratore, ossia “Creatore di tutte le cose”. Questa figura è grande circa 7 volte un umano. Cristo è avvolto dallo sfondo dorato che, nell’arte bizantina, significa l’assenza di tempo e di spazio: Dio, infatti, è al di fuori delle dimensioni in cui esiste la materia, essendo Spirito, Parola, senza tempo. Inoltre l’oro richiama la luce, e Cristo, nel Credo, è definito “luce da luce”: la luce è il più immateriale dei corpi esistenti, dà vita, colore, bellezza, gioia…. La luce si presta dunque ad essere metafora di Cristo, “luce vera che illumina ogni uomo”, vita, calore, “gioia per l’anima umana…”.

Oltre allo sfondo oro, ci sono altri colori…

Sì, il colore delle vesti del Pantocratore ci permette di capire alcuni suoi fondamentali attributi: oltre al color oro abbiamo il coloro rosso, che rimanda sempre alla divinità, e il color blu, che simboleggia invece l’umanità di Cristo. La sua postura ci permette, inoltre, di riconoscere i classici gesti cristiani dell’iconografia classica: la mano destra dona benedizione, mentre la sinistra regge un libro aperto, nel quale si legge: “Io sono la luce del mondo, chi mi segue non cammina nelle tenebre”.

Perchè ami l’arte?

Amo l’arte perché per me significa riuscire, grazie all’influsso di culture antiche e contemporanee, ad evadere la dimensione spazio-temporale in cui ci troviamo, ritrovando intimamente le più profonde emozioni.
L’arte riesce, per me, ad attraversare il razionale e penetrare nello sconosciuto, nell’indicibile di noi stessi che fatichiamo spesso a comprendere. L’arte ci sarà dunque utile per scavare nell’essenza nascosta della nostra anima.