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La crisi dell’informazione, tra finzione e realtà

Oscar Wilde diceva che esiste un solo peccato imperdonabile al mondo: la noia. Il giornalismo deve fare i conti proprio con questo, spiega Linda Stoppa, giornalista della Rai, alle studentesse del Liceo Linguistico Sophie Scholl (6/12/2017): “Bisogna colpire il pubblico, anche divertendolo. Questo vale soprattutto nel campo della televisione. Considerate che un servizio dura poco più di un minuto: c’è bisogno di un grande sforzo di sintesi, ma l’attacco e il finale devono lasciare il segno. In questo le immagini giocano un ruolo chiave”.

Nonostante la crisi che sta subendo il mondo dell’informazione “la figura del giornalista -confida Stoppa- è ancora fondamentale. Purtroppo i giovani si trovano molto spesso di fronte una barriera quando cercano di avvicinarsi al mondo del giornalismo, sia dal punto di vista delle opportunità, che da quello della retribuzione: una strada è diventare freelance, scrivere molto per molti giornali, ma questo non risolve comunque il problema del lavoro sottopagato. Anche questo purtroppo contribuisce al fenomeno delle fake news: le notizie vengono gonfiate per rendere l’articolo più interessante, però non si getta discredito solo sul singolo, ma sulla professione”.

Bisogna sempre ricordare che il giornalista è l’interprete dentro ai fatti– continua Linda – ma anche il mediatore fra i fatti e il lettore. Si parla sempre di giornalismo oggettivo, ma anche solo nella scelta di tralasciare o evidenziare un dettaglio piuttosto che un altro, c’è poca oggettività”.

La giornalista mostra qualche sequenza del film Quarto Potere di Orson Welles per mettere in luce l’importanza e l’influenza di chi gestisce l’informazione. “I giornalisti dovrebbero essere i “cani da guardia del potere”, non essere asserviti alla politica, ma proprio il contrario: monitorare e controllare ciò che li circonda”.

Linda Stoppa passa poi in rassegna i criteri che normalmente si utilizzano per scegliere una notizia. Il primo è la vicinanza: una notizia che riguarda i lettori più da vicino sarà ritenuta più interessante. Dimensione e drammaticità giocano un ruolo importante: più grave o grande è l’accaduto, più risonanza avrà. La novità è un altro dei criteri: ciò che è nuovo desta sempre interesse. Importante  anche la praticità: le notizie di servizio, come gli orari dello sciopero o gli aggiornamenti sul traffico, possono tornare utili a tutti. Bisogna inoltre considerare a quale fascia di pubblico ci si sta rivolgendo e quindi targhettizare le notizie, ma anche tenere conto dell’interesse o linea editoriale del giornale, quindi i parametri di lavoro di una data testata giornalistica.

Sicuramente è importante avere di fronte dei modelli, lavorare assieme a figure professionali valide e capaci. Bisogna essere in grado di gestire le fonti, aver bene in mente i tempi fissi, come quelli della tipografia per la carta stampata. Altro fattore importante è la gestione della multimedialità, quindi fare in modo che il sito internet, i vari social network, il tg e la radio lavorino in perfetta sincronia”.

La giornalista ci conferma poi che anche la tv sta affrontando una crisi: i programmi onnicomprensivi tendono a cedere il passo a “nicchie tematiche”, canali specializzati che trattano un argomento in particolare. Il suo consiglio per i giornalisti di domani è quindi quello di coltivare un campo specifico e saperlo dominare bene. “Fare il giornalista oggi è indubbiamente più complicato di una volta, a causa delle nuove tecnologie, ma non solo: i giovani leggono sempre meno”. Questo non deve essere un freno, ci spiega però Stoppa, perchè la possibilità per chi ha passione e vuole fare la differenza c’è. “E ne vale la pena: il giornalismo è forse uno dei pochi lavori in cui ogni giorno si fa qualcosa di completamente diverso dal giorno precedente”.

Margherita Girardi