Cosa vuol dire “studiare all’estero”?
Non è necessario crearsi tanti problemi, non sarete mai soli. Ci sarà sempre qualcuno che vi starà accanto, che sia un adulto o un coetaneo
Nel momento in cui ho messo piede su quell’aereo la mia vita è cambiata. Stavo partendo verso una nuova avventura, un nuovo paese, una nuova famiglia e una nuova scuola. Quel primo passo ha fatto sì che il mio sogno iniziasse ad avverarsi: vivere un periodo della mia vita in Spagna. Quattro mesi dopo sono tornata a casa e mettere insieme tutte le emozioni è stata la prova più grande.
Due le domande che mi sono state poste più frequentemente da amici e familiari, una volta in Italia: ”Com’è stato? Sei felice di essere tornata?” Prima di riuscire a dare una risposta sincera a quest’ultima, mi ci è voluta qualche settimana: in Spagna il tempo era passato così velocemente che avevo bisogno di una pausa per rendermi conto di quello che avevo realmente vissuto. A Madrid, dove ho vissuto per il primo trimestre di quest’anno scolastico, sento di essere cresciuta, di essere diventata indipendente. Le emozioni che ho provato le prime settimane di permanenza in Spagna erano molto contrastanti: ero felice e allo stesso tempo spaventata, timida e curiosa, estroversa e riservata; prima di trovare il mio equilibrio in quella nuova vita ho dovuto attraversare anche alcuni momenti bui, oltre a tanti felici. Quando ci si adatta si inizia ad apprezzare a fondo ogni singolo momento, si accetta qualsiasi sfida ci venga proposta e non si vuole sprecare neanche un minuto della giornata.
Conoscere nuove persone è stato un passaggio fondamentale, che mi ha permesso di trovarmi più a mio agio in quella realtà. In primo luogo ho conosciuto la famiglia che mi ospitava, loro erano molto gentili ed attenti, non si facevano sfuggire un solo momento di debolezza ed erano pronti a supportarmi e a distrarmi dai miei infiniti pensieri. A scuola invece ho dovuto imparare a mettermi in gioco per conoscere quelli che ora chiamo “amigos”. Devo ammettere che essere la studentessa straniera mi ha facilitato molto nel farmi degli amici, quando passavo per i corridoi c’era sempre qualche compagno di classe che mi fermava per presentarmi al suo gruppo di amici, così mi sono integrata anche in quell’ambiente.
Cosa vuol dire vivere davvero in una nuova realtà? Significa sapersi aprire con le altre persone, esteriorizzare i sentimenti che si provano per non chiudersi in se stessi, voler conoscere a fondo le persone che si incontrano e cercare di lasciar da parte i problemi e la nostalgia per essere davvero felici. L’emozione più travolgente è arrivata nel momento in cui mi sono resa conto che la mia esperienza sarebbe finita molto presto. I giorni passavano, da una parte ero contenta di tornare e vedere i miei amici e la mia famiglia, dall’altra il solo pensiero di dover lasciare quella vita mi faceva rabbrividire. Dal momento che mi sono accorta di quanto poco tempo avevo e di quante cose avevo ancora da fare, nessuno ha potuto più fermarmi. In quel periodo “non stop” ho lasciato un po’ da parte lo studio (ma è molto importante tornare con dei voti buoni, per non fare troppa fatica nel recupero: non abbandonate mai la scuola!) per dare spazio ad altre esperienze.
Il mio consiglio per i ragazzi e le ragazze pronti a partire è quello di essere il più semplici e onesti possibile. Non è necessario crearsi tanti problemi, non sarete mai soli. Ci sarà sempre qualcuno che vi starà accanto, che sia un adulto o un coetaneo. L’esperienza che ho vissuto è a dir poco la più bella e travolgente di tutta la mia vita, io sono cambiata completamente: mi sento molto più sicura ed estroversa, la voglia di mettermi in gioco ora non mancherà.
In conclusione, studiare all’estero è molto più che aprire dei libri e studiare in una scuola diversa dalla propria: significa vivere una nuova cultura e conoscere un nuovo modo di pensare, significa conoscere nuove parti di se stessi, significa confrontare la propria quotidianità con uno stile di vita differente dalle nostre abitudini, significa cambiare.
Giulia Obrist