incontri

Asl: Esperienza di Economia civile e di comunione

Interventi di una classe del Liceo alla conferenza tenutasi a Loppiano (Fi), il 29 settembre 2018

Presentazione

Il lavoro è cruciale nelle vite individuali e nella vicenda collettiva. Alla sua importanza, deve corrispondere un’adeguata considerazione del suo rapporto con l’intera persona, nella molteplicità delle sue espressioni.

Il progetto, avviato in classe, si sviluppa intorno a due cardini fondamentali: nutrire la riflessione filosofica sul lavoro, per considerare e rifondare il nesso inscindibile tra essere ed agire; indicare una via di ritorno al senso pieno del lavoro, senza assolutizzazioni, in una forma praticabile, concreta e fruttuosa, nella sua tecnicalità; un’immagine del lavoro che sia pronta a scavalcare quella attuale: svilente e unilaterale .

Coi membri del Consiglio di classe, in seno alla progettazione ASL, ci si è impegnati a rintracciare possibili itinerari culturali, per esplorare percorsi di umanità integrale e favorire una (ri)comprensione antropologica del fare; un fare inteso come attenzione ai bisogni della comunità, non esclusivamente mirato alla produzione di beni e servizi, ma erogatore, nel contempo, dei valori della solidarietà e del comune contributo al progresso civile.
Questo nostro auspicio ha trovato approdo in un germoglio partito proprio dalla nostra Trento, grazie a Chiara Lubich, e inteso quale strumento di emancipazione dei popoli, attraverso un’economia libera, comunitaria e salvifica.

E nell’attività intrapresa col neo-gruppo di Pedagogia dell’Economia di comunione (così come noi l’abbiamo battezzato), nelle lezioni teoriche tenute in classe e negli stage e tirocini in azienda, sono, in noi, diventati familiari alcuni concetti chiave: la politica del bene comune, i beni relazionali, la giustizia distributiva, la relazione come bene primario, l’etica della responsabilità e della cura, una nuova concezione del PIL, le politiche lavorative di genere .
Ossia, gradualmente e secondo diversi gradi di sensibilità, si è venuta a configurare, nella classe, una modalità di far ‘accadere l’essere’ e di cercare di rendere – l’essere e la sua ricchezza – sempre presenti nell’esistenza concreta: in cui il culturale e il sociale devono prevalere sull’economico; si sono intraviste le ragioni sensate dell’agire e si è fatto esodo da una concezione tolemaica del lavoro: lavoro intorno al quale tutto, oggi, ruota, in modo opprimente.
E con un rinnovato senso critico, si cerca, ora, di avere sempre un’attenzione multidimensionale alla persona, sia nella vita scolastica quotidiana, sia, si spera, nel futuro mondo lavorativo dei giovani, ai quali, ora, cedo orgogliosamente la parola. (MNV)

Bentrovati  a tutti voi.
Siamo le studenti e gli studenti della 4^H del Liceo linguistico Sophie Scholl, di Trento.
Abbiamo iniziato quest’avventura con Economia di comunione, all’interno dell’Asl; con grande sorpresa. Non avevamo idea di cosa avremmo dovuto affrontare; nonostante ciò, i nostri insegnanti ci hanno trasmesso fiducia e sicurezza.
La nostra classe è sempre stata attratta dai temi sociali, dalle questioni  politiche ed etiche, dai diritti delle persone, e dai problemi riguardanti il nostro territorio  trentino.
Diciamo che non ci è mai mancata  la voglia di discutere, anche se in modo forse  disordinato, spinti inconsapevolmente dalla voglia di verità sui fatti e sul mondo.
Certo, i nostri pensieri  erano confusi e, spesso, in classe si accendevano discussioni  molto animate.
Poi, in classe terza, ossia lo scorso anno scolastico, abbiamo  incontrato delle discipline nuove , che ci hanno consentito di mettere a fuoco  tutte le nostre domande, di imparare a usare una certa logica e di affrontare i temi e i problemi con  metodo più rigoroso.

Le lezioni di Diritto, di Filosofia, di Italiano, Storia dell’arte, di Letteratura straniera ci hanno aperto un mondo che conoscevamo solo in parte e ci hanno fatto comprendere come, attualmente,  tutti i problemi debbano essere visti in un’ottica globale.
Abbiamo scoperto, così, che  l’istruzione può essere collegata  alla crescita e alla formazione personale di ognuno di noi; ossia abbiamo capito che le discipline scolastiche non sono lontanissime  dal mondo reale (come prima superficialmente credevamo) e che si può creare un intreccio significativo tra i saperi che ci vengono insegnati a scuola e la nostra quotidianità.
Questa nostra scoperta è avvenuta grazie anche all’incontro coi temi  del progetto di alternanza scuola lavoro. Infatti, ci è stato proposto dal Consiglio di classe di aderire al progetto di  Economia di Comunione. Subito ci siamo chiesti: cosa sarà mai? cosa si andrà a fare?  perché proprio Economia di comunione? cosa significa? La nostra insegnante di Filosofia  ha preso i contatti e si è fatta da tramite col gruppo degli esperti di Edc; ha cercato di cucire un bel vestito, un percorso che, a suo dire, sarebbe stato per noi  utilissimo e imperdibile !! Ma sarà vero?, ci chiedevamo;  edc farà al caso nostro? dove ci  porterà questo studio?
Le risposte sono arrivate, poi, in un giorno di marzo,  quando abbiamo incontrato quelli che, oggi, sono diventati nostri amici;  e cioè, in primis, Pietro Comper, un vulcanico imprenditore in pensione, sua figlia Gloria,  poi Luca, Valentina e Francesco; giovani che hanno studiato questa forma di economia e che con tanta generosità  (poiché tutti erano presi contemporaneamente dal loro lavoro individuale) ci hanno donato il loro tempo e ci hanno spiegato, con chiarezza  e passione, i temi che costituiscono l’Edc.

Questo gruppo  – che noi abbiamo definito  ”esperti di pedagogia di economia di comunione”—  ha cercato di formarci come persone capaci di affrontare,  in modo consapevole, il mondo del lavoro e le eventuali problematiche che questo comporta.
Dal primo incontro, in classe, durante la parte teorica,   ci siamo accorti che erano brave persone, preparate negli aspetti metodologici e organizzativi.
Hanno sempre avuto rispetto per la nostra libertà di pensiero  e per le nostre idee.
Si sono approcciati a noi in modo amichevole, ponendoci domande e facendoci riflettere  sul mondo economico e produttivo; hanno cercato di farci comprendere il senso della felicità, il valore dell’uomo e della donna all’interno del lavoro e le necessità che questo ambito richiede.
Siamo trentini, ma  non conoscevamo Chiara Lubich e come questa piccola  e grande donna, si sia opposta al capitalismo cieco, che genera disuguaglianze, ingiustizie umane e  che non ha a cuore l’ambiente.
Abbiamo capito che esiste una strada in grado di permettere all’uomo di affrontare il  mondo complicato in cui viviamo, rispettando i valori forti e relazionandosi con gli altri,  in modo pacifico e solidale.
Dai racconti e dalle testimonianze dei nostri compagni e compagne, intendiamo  esprimere alcune considerazioni :
– Per essere  cittadini responsabili, bisogna conoscere come stanno le cose , essere  curiosi, critici, profondi e attivi.
– Il lavoro, che occuperà gran parte della nostra vita, non potrà non  risentire di quanto abbiamo appreso e vissuto all’interno degli stage e dei tirocini in azienda; non ci si può girare dall’altra parte, ognuno di noi ha una grande responsabilità’ per il mondo e per la nostra futura carriera lavorativa.
– Il lavoro  non è solo guadagnare uno stipendio, ma è sviluppare noi stessi, insieme agli altri, nel rispetto delle persone e  dell’ambiente.
– Il modello di Economia di comunione — come ci ha detto Pietro Comper,  all’inizio di questa avventura, lo si può applicare in qualsiasi contesto: nella famiglia, nelle imprese, nella scuola , nella società civile, in qualsiasi tipo di  lavoro.
– Sarebbe bello che altre scuole proseguissero in questa direzione, e che all’interno dell’Asl  venisse dedicato uno spazio per studiare questa illuminata teoria economica.
–  Abbiamo appreso  quali sono gli scopi di  edc, nella teoria e nella pratica; ora siamo  capaci di guardare il mondo con occhi diversi, e avere anche il coraggio di cambiarlo, partendo dalle piccole cose… e vogliamo  tanto riuscirci!
– La nostra scuola   porta il nome di Sophie Scholl,  una giovane ragazza che lottò, con determinazione, contro l’ideologia nazista. Ci  vuole coraggio per cambiare il mondo; ogni azione è un atto rivoluzionario. Anche in virtù di questo nome  e di quanto abbiamo appreso all’interno di Edc che abbiamo il dovere di costruire un futuro diverso  e giusto per ogni uomo.

Ecco ora, come promesso,  la parola ai miei compagni (Per brevità si riportano i nuclei essenziali degli interventi)

Anna Sofia
Quest’estate ho svolto un tirocinio in un’agenzia viaggi in Puglia. È stato bello notare come i miei responsabili e i miei collaboratori non erano a conoscenza dei principi di edc, eppure ne praticavano inconsapevolmente alcuni principi.
Alice
Io ho svolto il periodo di attività pratica in un’associazione chiamata Trentino Social Tank, che nasce a sostegno delle imprese ed organizza progetti di vario genere, sia per le aziende che per i singoli. (…) Naturalmente, mi sono fatta un’idea di cosa voglia dire “economia di comunione”. Mi è rimasto impresso il modo cordiale e gentile con cui vengono trattati i clienti, anche quelli più scorbutici o quelli che si ritirano da un progetto senza avvisare. Questo perché i clienti non vengono considerati come dei mezzi per “fare soldi”, ma come delle persone che hanno bisogno di attenzione e rispetto.
Chiara
Ho trascorso il mio periodo all’Hotel Baia Azzurra.
Quest’esperienza mi ha dato la possibilità di parlare ed interagire in tedesco (…) e mi ha fatto toccare con mano il significato di agire secondo i principi di Edc: coerenza, rispetto, attenzione al cliente, semplicità, collaborazione solidale tra tutti i membri dello staff, soluzione armoniosa dei conflitti, rispetto umano sincero e vero.
Elisa Vo.
Ho lavorato ad Acav, un’associazione tutta al femminile, la quale si occupa di gestire i rapporti con l’Uganda e provvede alle popolazioni locali fornendo acqua, istruzione e gli attrezzi necessari per l’agricoltura.(…) Mi hanno raccontato le loro storie e le storie delle donne che loro assistono e mi è venuta in mente la lezione che gli esperti di Edc hanno svolto in classe riguardante come l’edc punti a valorizzare la parità di genere. (…) Ho riscoperto più a fondo realtà difficili di alcuni Paesi del sud del mondo e come l’ACAV sia capace di offrire con estrema generosità aiuto concreto, senza grande enfasi e vanto.
Franz
Ho svolto l’esperienza  di stage alla Tecnodoor di Rovereto, 
un’azienda trentina  che produce serramenti ; ma non è solo questo, che produce (…),  c’è molto di più, Produce  valori : c’è un rapporto familiare fantastico, e’ come una seconda casa per chi ci lavora ; vi è un modo di interagire
amichevole, trasparente e informale e umanamente molto ricco.
Tuttavia,  non manca l’impegno  serio degli operai, il loro aiuto reciproco e una certa serenità che ho letto nei loro volti e nelle loro azioni;  si è tutti consapevoli di lavorare per il bene comune. E credo sia proprio questo il segreto, per far funzionare al meglio un’azienda: avere un obiettivo comune, il ruolo di tutti è indispensabile per far navigare la barca; accogliere l’altro, ascoltarlo, aiutarlo e crescere insieme, senza pensare solo  al profitto.
Maryna
Nel mese di luglio ho lavorato in acustica Trentina, un centro medico creato appositamente per persone con problemi diversi dell’udito. Quest’esperienza mi ha colpita profondamente. Ho conosciuto persone fantastiche, che come finalità del lavoro avevano il benessere degli altri e non, come spesso capita, il loro tornaconto economico. Mi piaceva l’idea che ciò che facevo, anche se di minore importanza rispetto alla loro competenza tecnica, avrebbe aiutato e sostenuto l’armonia e il benessere dei clienti, con i quali si aveva un rapporto umano e sincero e non di circostanza.
Matteo
Verso la fine di quest’estate ho lavorato in un’associazione  che opera in alcuni comuni della provincia di Trento e che si cura di politiche giovanili, l’APPM ( Associazione per i minori onlus).
Questa breve esperienza lavorativa mi ha dato un’ importante lezione di vita. Mentre nella vita, alle volte, ci lasciamo andare e prendiamo le cose alla leggera, quando lavoravo dovevo fare il mio meglio per ogni singola cosa, anche per compiti apparentemente banali, ma che contribuivano al benessere dell’associazione nel suo complesso. Ho scoperto che applicando questa filosofia nella vita quotidiana, ossia dare il massimo sempre, si possono ottenere risultati che prima forse erano lontani e irraggiungibili. Grazie a questo lavoro ho cambiato la mia mentalità e sono diventato un cittadino più consapevole e motivato all’ interno della società.
Giorgia e Tatiana
All’inizio dell’estate abbiamo svolto lo stage negli uffici del Mandacarù (…) Il nostro compito era quello di cercare dei film e dei documentari sui temi del cibo e della biodiversità, per la prossima rassegna annuale ‘Tutti nello stesso piatto’e contattare registi (…) Successivamente, abbiamo contribuito a organizzare alcuni incontri pomeridiani chiamati ‘ De gustibus’, sollecitate dalle dirigenti; in questo contesto, abbiamo offerto alcune nostre competenze in lingua inglese e abbiamo compreso il senso e il valore di un’attività che sarebbe andata a mettere in evidenza i punti più importanti della cooperativa. Il lavoro svolto negli uffici è stato attento alle esigenze della persona, ai tempi di ognuno, alle possibilità che ogni persona sa e può dare, senza pressioni e costrizioni di alcun tipo.
Elisa Vu.
Ho svolto la mia esperienza alla Chimar, un’azienda che si occupa di logistica e imballaggi , a Mezzolombardo.(…) Sono stata affiancata dal titolare, egli mi ha trasmesso la sua passione nei confronti della professione che svolge (…) . In azienda, ogni gesto è preceduto da una grande dedizione e impegno. Ho imparato che il lavoro dev’essere preso con molto entusiasmo e desiderio di fare al meglio; solo così il lavoro è in grado di ripagare con soddisfazione e con la certezza di aver dato ai dipendenti e ai clienti il massimo della propria intelligenza e applicazione. (…) Ho appreso come destreggiarmi davanti alle difficoltà, ho analizzato profondamente i problemi e le possibili soluzioni, sostenuta con rispetto e calore umano, che mi hanno fatto avere fiducia nelle mie possibilità.
Daniel
Durante questo periodo di stage, nell’azienda Tecnodoor, ho notato molti comportamenti diversi dalle mie aspettative. Come prima cosa, vidi nei volti di tutti i dipendenti solidarietà armonia. La seconda cosa era il distaccamento dal denaro da parte dell’imprenditore, qualcosa che per me era inconcepibile sino a quel momento. La terza è la relazione che i dipendenti hanno con il loro datore di lavoro: vi era confidenza, familiarità, come quando un padre parla ai propri figli. (…) Penso che tutte le aziende debbano prendere esempio da questa e tutte dovrebbero seguire i principi dell’Economia di Civile, per volgere l’attenzione alle persone e alla qualità della loro vita lavorativa e non solo ad accumulare capitale.

Salutiamo e  ringraziamo ancora tutti e anche coloro che ci hanno qui  cortesemente ospitati, la nostra preside e tutti coloro che hanno organizzato questo viaggio. Torniamo in Trentino sperando di aver lasciato un qualcosa della nostra esperienza alle ragazze e ai ragazzi presenti.
Auguriamo a tutti di essere aperti a una ricerca costante verso il senso profondo e vero delle cose della vita, in noi e attorno a noi.
Siamo disponibili a rispondere ad eventuali domande e curiosità.
( Ha fatto seguito un interessante dibattito, il confronto con esperienze di altre scuole e università, partecipazione a laboratori, a conferenze e mostre)