Ildegarda di Bingen
Ildegarda di Bingen nasce nel 1098 a Bermsheim da genitori della media nobiltà. All’età di 8 anni viene inviata nel monastero doppio (maschi e femmine) di Disibodenberg dove incontra la maestra Jutta, una monaca eremita e studiosa dei testi sacri, che oltre ad avviarla alla vita religiosa, le trasmette l’amore per il sapere.
Nel medioevo è molto difficile poter studiare per le donne ed è privilegio di poche: queste fortunate, di norma, si concentrano su una sola materia, mentre Ildegarda, a differenza loro, spazia tra i diversi ambiti del sapere (teologia, fisica,alchimia, cosmologia, musica, persino medicina e sessuologia) riuscendo ad eguagliare e a superare, la cultura di molti uomini.
Ad esempio “…ella non esita a misurarsi con Agostino e Giovanni Scoto nel commentare i fondamenti della Rivelazione, il Prologo del Vangelo di Giovanni e il racconto di Genesi”, dimostrando così di conoscere bene il latino, la teologia, la filosofia.
Ildegarda afferma che il sapere le è trasmesso in visione da Dio. Oltre a molti scritti ha lasciato anche diverse composizioni musicali: infatti nella sua visione della vita la musica e l’arte sono una parte molto importante.
Si interessa di cosmologia, di medicina (le sue ricette sono stati riscoperte recentemente da molti medici soprattutto erboristi, vedi: https://www.thesauranaturae.com/e di psicologia. Sono celebri alcune delle sue descrizioni riguardo alla sessualità equilibrata e a quella smodata degli uomini e delle donne. Scrive per esempio: “L’eccesso di umore melanconico nell’uomo provoca lussuria e frenesia. Amaro, avido, privo di saggezza, carico di senso di morte l’uomo melanconico desidera le donne ma non le ama e le assale come un lupo di notte o un vento impetuoso che scuote le case: il suo abbraccio non dà tenerezza … La donna melanconica è poco resistente e i suoi pensieri mutevoli vagano qua e là. Dopo aver fatto l’amore si sente sfinita e non sa parlare con dolcezza agli uomini che non ama veramente nel profondo del cuore e che quindi si allontanano da lei. Talvolta il piacere dell’amore la invade ma per breve tempo e subito lo dimentica. Vive meglio, più forte e sana se non si sposa…” (http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/ildegarda-di-bingen/).

I contemporanei notano che Ildegarda è dotata, inoltre, di uno spirito intrapprendente e con la sua capacità di organizzazione e forza di carattere che la spinge a fondare, a Bingen, il monastero autonomo Rupertsberg di cui diventa badessa e dove impone delle regole del tutto originali per l’epoca: in certe liturgie vuole che le sue monache indossino vestiti bianchi e si coronino il capo con diademi in quanto le spose di Cristo devono essere belle; vuole inoltre che nel monastero si facciano delle rappresentazioni teatrali.
Ildegarda titiene infatti che la musica ed il canto siano il miglior modo per entrare in rapporto con Dio.
Benedetto XVI nell’udienza generale dell’8 settembre 2010, parlando di Ildegarda, afferma “Per lei, la creazione intera è una sinfonia dello Spirito Santo, che è in se stesso gioia e giubilo.”
Nulla la ferma quando è convinta di essere nel giusto. Si permette persino, come ricorda Maria Teresa Brolis in Storie di donne nel medioevo, di osteggiare l’imperatore Federico I dandogli dello “stultus” perché ha nominato un antipapa ed a causa di ciò, rischia che i fedelissimi dell’imperatore brucino il monastero. Ma è lo stesso imperatore, ammiratore dalla monaca nonostante gli insulti ricevuti, a fermarli!
Disobbedendo agli ordini di alcuni alti prelati, Ildegarda seppellisce nel Campo Santo il corpo di un cavaliere scomunicato affermando che, poiché si è pentito, è giusto dargli una cristiana sepoltura. Viene punita con l’interdetto ed alla comunità viene imposto il silenzio. L’arcivescovo di Magonza, sostenendola, le toglie l’interdetto 6 mesi prima della sua morte avvenuta a Bingen il 17/9/1179.
Nel 2012 Benedetto XVI la proclama Santa e dottore della Chiesa. Il Papa ha sottolineato che Santa Ildegarda ha mostrato quanto il cristianesimo possa esaltare la natura femminile e quanto il carisma di una donna possa incidere nella storia e nella vita nella Chiesa.